La politica del buongiorno/buonasera

E ora, naturalmente, infuria la polemica, cavalcata da destra e da manca tra vigore e
approssimazione. Le città non sono sicure, ci sono troppi mao mao, troppi stranieri,
troppe cose che non vanno. La follia di un assassino con piccone diventa un fatto
politico, colpe da imputare, soluzioni drastiche, slogan e raccolta di firme, ma anche
risposte banali, buonismo, antagonismo obbligato.
Sia chiaro, chi scrive qui non si sottrae all’idea che la politica possa riguardare tutto
ciò che si ponga sotto forma di problema nella vita di una comunità; non può non notare
fermamente quanto – con buona pace di molti – fatti come questo aprano la vista sulla
nostra – apparente – impotenza.

Non è terrorismo, non è delinquenza nè comune nè organizzata, non è nemmeno un foglio di
via disatteso la vera radice della tragedia, la causa sottovalutata che si sarebbe potuta
fermare. E se non è nessuna di queste cose, allora le nostre possibilità di fermare il
male d’improvviso diventano sterili: possibile che nessuno abbiamo chiamato la polizia
nell’arco di tre ore? Forse che l’abbiano chiamata, ma forse anche che la città è larga e
stretta abbastanza da far sì che carabinieri e un uomo armato di piccone in tre ore non si
incontrino mai. E chi gli ha dato il piccone? Possibile che un piccone stia nelle mani di
un pazzo? Aboliamo i picconi. Aboliamo i pazzi. Aboliamo i clandestini e per sicurezza
anche gli immigrati tout court, e gli emigrati, aboliamo gli amanti traditi, gli ex
mariti, i licenziati, gli imprenditori in difficoltà, le pistole, le taniche di acido, ma
anche, per sicurezza, i coltelli, gli assegni, i fiammiferi, i liquidi infiammabili, i
corpi contundenti, i lavoratori vessati, i raptus di follia in genere, le violenze
domestiche e ci fosse bisogno pure le case in cui avvengono; e pure gli chante claire che
non si sa mai.

Se non è la politica delle leggi, dei provvedimenti, delle ingiunzioni, delle forze
dell’ordine e delle sentenze a poterci mettere prima o poi al riparo da queste
degenerazioni della follia, forse lo sarà la politica più democratica di tutte, la
politica della porta accanto, la politica di chi si sveglia la mattina per andare al
lavoro e incontra il prossimo, una politica fatta di buongiorno/buonasera, prego, una mano
se possibile gliela dò.
Non parlo di solidarietà, che per stessa definizione fuoriesce da sè per andare verso
altri, nè tiro in ballo tutte queste buone parole da bandiera della pace. No, parlo di
qualcosa di basico, del minimo sindacale d’una serena umanità come approccio alla propria
vita, l’unica vera essenziale presa di coscienza squisitamente politica che ogni cittadino
dovrebbe avere: non l’informazione, la militanza, la proposizione, il controllo, la
rivoluzione. Semplicemente l’educazione di chi sa che prima di tutto è uno tra suoi
simili, non l’unico al Mondo tra una marmaglia di rompiballe o marionette da trattare a
pesci in faccia a seconda dell’umore. La politica di chi non salta la fila e tarda ad
alzare la voce. Quale consapevolezza più democratica? Perchè è questo errore di partenza
il comune denominatore di tutte le brutture di questo Mondo, di questi che sono drammi
sociali, covati all’interno di screzi, di rapporti astiosi, di rivalse e rivalità di
entità miserevole, spesso così incubate da diramarsi su tutto ciò che sta intorno,
diventare rabbia sbraitata in faccia a sconosciuti. E a fermarle sarebbe bastata una buona
parola al momento giusto, magari un mezzo sorriso gratuito, una gentilezza, semplice
educazione.
La nostra vita spesso è più questione di decoro che di sostanza, di forma più che di
realtà, e il tono con cui la si affronta è più importante di tutte le quisquilie vere o
presunte che l’attraversano. Insomma, l’unica politica in grado di far sentire
contemporaneamente gli altri meno soli e noi stessi meno disarmati di fronte al nostro
Mondo; e in definitiva, l’unica politica in grado di fondare i pilastri dello Stato
proprio attorno a noi, come già ci suggeriva – a suo modo – il buon vecchio Ennio Doris.

 

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4 pensieri su “La politica del buongiorno/buonasera

  1. irene

    Posso solo dire con sollievo che ho trovato qualcuno che sa realmente di cosa sta parlando! Lei sicuramente sa come portare un problema alla luce e renderlo importante. Altre persone hanno bisogno di leggere questo e capire questo lato della storia.

    Rispondi

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