Riflessioni su questo accenno di governo/2

Il silenzio del blog di questi giorni non è casuale.
La situazione la conoscete tutti, parole da spendere ce ne sarebbero e una posizione da prendere, per chi vuole scrivere e occuparsi di politica, potrebbe apparire cosa doverosa.
E invece no.
Per quanto riguarda me – Mariano parla personalmente, come tutti qui sopra – non mi costringerò a prendere una posizione giocando al ribasso, dovendo scegliere se stare con un uomo che in virtù della propria condizione personale sta annegando il Paese o con chi si è dimenticato di esservisi alleato controvoglia pochi mesi fa per cercare di dare una guida a questo Stato e ora si arrocca su posizioni di principio che riguardano sempre e comunque – va ricordato – la condizione personale di un uomo, non della Nazione.
Di fronte a questo disastro, piuttosto – che arriva da lontano, e non ci sono innocenti – meglio passare al fare: non costringersi a parlare, a dire, a scegliere, ma scegliere di non essere costretti, mai, e liberi sempre. L’ultima cosa che ci siamo lasciati, e che non si può tassare.
E allora proveremo a fare.

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