Ora come allora

Nell’utilizzo dell’ostaggio inglese John Cantlie come voce della propaganda jihadista si delineano chiaramente i tratti dello scontro di Civiltà che ci sta coinvolgendo. Al netto delle nostre insicurezze relativiste costrette a confrontarsi con la ferocia senza dubbi dell’integralismo islamico, escludendo cioè ogni considerazione o equiparazione religiosa dalla quale usciremmo sicuramente sconfitti, il tratto che esce di questo scontro resta quello di un confronto tra Civiltà, seppur usare questi termini ci spaventi a morte.
Per quanto tutto ci appaia più folle e sinistro, abbiamo già visto altrove quelle scene: anche in casa nostra.
Il processo e l’esecuzione di Roberto Peci, per esempio, perpetrata da giovani che per toni e fredda capacità di calcolo politica non erano per nulla dissimili da quel fondamentalista barbone sosia di Albano Carrisi, che un paio di settimane fa attaccava Cameron dall’ennesimo video diffuso sulla rete.
Cambiano i motivi, non troppo i metodi e per nulla le radici.
“Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente come un mezzo” scriveva Immanuel Kant.
Soltanto non capendo il valore umano della Civiltà che stiamo cercando di costruire, possiamo non accorgerci di come questa sia chiaramente una guerra di Civiltà: quella imperfetta cui siamo giunti, e quella che ci siamo lasciati alle spalle.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *