Palestina sì, ma non così.

E’ soltanto un indirizzo politico approvato dal parlamento di Strasburgo che non prescinde in alcun modo dal proseguimento dei trattati di pace. Non è di certo il riconoscimento fatto poche settimane fa dalla Svezia. Comunque un passo. Ma nella giusta direzione?
La questione palestinese è dal secondo dopoguerra il paradigma della nostra visione binaria che ha la necessità e la pretesa di dividere tutto in buoni o cattivi. Da che parte stai? Sei filo cosa? Chi ha ragione? Chi torto? Io ti ho fatto questo perchè tu mi hai fatto quello perchè io ti avevo fatto questo perchè tu mi avevi fatto quello. La situazione è così complessa, infatti, che per trovare un colpevole nella giungla di offensive e controffensive, generalmente ogni discussione tra sostenitori di uno o dell’altro finisce agli antefatti: non è un caso se Netanyahu la butti anche stavolta sull’Olocausto, e se invece i sostenitori dei palestinesi rispondano sempre con la domanda: chi c’era prima?
Qui però non si tratta più di indagare su chi abbia torto e chi abbia ragione, e credo che non sia nemmeno più uno scontro tra israeliani e palestinesi.
Israele resta uno Stato di Diritto, e come tale risponde a principi di legalità: ovviamente non significa che non sbagli o che non compia atti illegittimi. Più banalmente, deve risponderne a qualcuno, dalla Comunità Internazionale agli elettori israeliani; e non credo che di Hamas o delle Intifada si possa dire altrettanto. Proprio perchè è uno Stato di Diritto, tuttavia, non è realmente in gioco: la Palestina ci sarà, e prima o dopo Tel Aviv se ne farà una ragione.
Il punto è un altro: Palestina Stato, o Palestina Stato di Diritto?
Se il percorso, nel modo in cui a questo mondo nascono, si ottengono, si formano le cose, ha una sua importanza, quante possibilità ci sono che diventi uno Stato di Diritto – sistema che tra le altre cose permette la difesa dei deboli – se la spinta indipendentista che ne esce vincitrice è quella di Hamas? Quale soluzione duratura si possa creare – in quell’area geografica e culturale, poi – se invece di sostenere l’ANP in una reale ed efficace lotta alle organizzazioni terroristiche che la trasformino in un principio di Stato Legale, si scelga di legittimare, anche solo con il tempismo sbagliato del riconoscimento, un autoproclamato Stato Palestinese ancora in mano ad organizzazioni intolleranti che concepiscono la trattativa come uno stillicidio di violenza, sangue e morte?
Gaza City

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