Lettera aperta a Silvio Berlusconi

Silvio.
Silviuccio caro.
In un tempo andato avevi il mio favore; di più, la mia dedizione. Ero, non temo a dirlo, berlusconiano.
Quasi a scatola chiusa. Meglio, quando la aprivano, quella scatola, io ero pronto a difendere tutto quel che
ci si trovava dentro.
Poi le cose cambiate, ahimè.
No, macchè bunga bunga: semmai potevi invitarmi, invece mi preferivi Topolanek e Emilio Fede.
No, ma quali reati fiscali: conservo tutt’ora i miei dubbi.
No: il problema era la corte che ti eri messo intorno. Se i Galliani e i Confalonieri li riservavi agli affari,
in politica ti sei sempre circondato dei Bondi, degli Verdini, dei Brunetta, delle Santanché. Continuo?
No, non vorrei infierire. Speravamo però l’avessi capito. Per simpatia, per stima personale, perlomeno per la voglia di un po’ di equilibrio, di godere della vista di due coalizioni europee e moderne guidate da leader efficaci e presentabili.
E tu chi lanci? Giovanni Toti. Ma Cribbio, Silvio: Toti. Uan di Bim Bum Bam cosa aveva che non andava?
Eppure la soluzione ce l’hai in casa, davanti agli occhi, e io ancora spero ingenuamente che tu te ne possa
accorgere e fare un guizzo dei tuoi, sparigliando le carte sul tavolo: Mara Carfagna. Lo ripeto, con calma, scandendo bene le lettere: m-a-r-a-c-a-r-f-a-g-n-a.
Pensaci, Silvio, pensaci.
Chi può tenere testa a Matteo Renzi, che in pieno spirito berlusconiano, nel suo piccolo, diventa ogni giorno più bello, proprio come facevi tu? (avete presenti Renzi a 34 anni?)
Pensaci, Silvio.
Preparata, decisa, con la parlata ferma, telegenica, misurata. Quattro qualità su cinque Alfano non le aveva e tu lo scelsi, cribbio Silvio, ascoltami. Dall’altra parte, con molto meno, Matteo Renzi fa sembrare un genio la Boschi e vagamente accettabile la Madia. Santocielo, Silvio, la Madia. Se tu lo volessi, se solo tu lo volessi, potresti rischiare di far eleggere la prima donna premier in questo paese. Te ne rendi conto, Silvio? Rosy Bindi costretta a riconoscere che il primo a portare una donna al governo in un sussulto di civiltà delle pari opportunità sia stato proprio tu. Ne uscirebbe più vergognata che bella. Sarebbe un capolavoro, Silvio. Mara la voterebbero gli uomini affascinati, le madri rassicurate, le donne invidiose per poterla criticare ogni volta al tiggì. Un capolavoro, ti dico.
Te lo chiedo con il cuore in mano.
Se non puoi arrivarci resuscitando quel vecchio valore che la tua destra si è fatta scippare dalla nuova sinistra, la meritocrazia, almeno arrivaci con quel vecchio tratto distintivo con cui in qualche modo hai fatto sognare tanti di noi: la passione per la figa.

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