Archivio mensile:Febbraio 2015

Ahinoi se arriva il Califfo!

Una settimana fa pensavamo di attaccare l’Isis in Libia, ma visto che fatichiamo a contenere venti
olandesi sbronzi, dubito potremo far male al Califfo.
Qualcuno dice che le due questioni non c’entrano una con l’altra; magari è vero, ma ricordiamoci che nel ‘40 invademmo la Grecia pensando fosse uno scherzo, “gli faremo vedere i sorci verdi” disse il Duce (coniando una delle espressioni più inflazionate tra i politicanti, seconda solo a “ci vuole la certezza della pena” e “non sono omofobo, ho un sacco di amici gay”).
Peccato che poi di roditori colorati ne vedemmo soprattutto noi, e se non fossero arrivati i tedeschi Mussolini avrebbe ballato il Sirtaki. Per cui, se non andiamo con qualcuno più grosso di noi a pararci il deretano, temo che non solo non cacceremo nessuno dalla Libia, ma che in due giorni ci troveremo l’Isis in Sicilia, col risultato che tempo un mese faranno fuori la Mafia usando Pif per riprendere gli sgozzamenti. Poi saliranno arrivando fino a Roma . Il sindaco Marino e il Questore avranno giusto il tempo di darsi a vicenda la colpa dei disordini che si ritroveranno sgozzati. Mattarella scapperà, ma nessuno glielo rinfaccia perché invece che usare un volo di stato fuggirà su un aereo di linea.
Berlusconi si convertirà all’Islam in cambio di un paio di leggine pro Mediaset.
Renzi accuserà il Califfo di essere un gufo, ma verrebbe tradito dalla minoranza Pd che lo consegnerà legato e imbavagliato al Califfo in cambio del ripristino dell’Articolo 18.
Beppe Grillo e i 5 Stelle denunceranno l’instaurazione di un regime dittatoriale, ma siccome lo hanno già detto ogni volta che si insidiava un nuovo governo nessuno li prendererà sul serio.
Il Califfo potrà così imporre un regime di terrore, ma capirà che per tenerci buoni occorre lasciarci calcio, Festival di San Remo e cronaca nera.
La democrazia sarà sospesa, resteranno i talk show ma con l’obbligo per i partecipanti di incolpare ebrei e americani per ogni problema.
Tutti i sospetti evasori verranno uccisi tranne Gino Paoli che è amico del Califfo.
Arturo Brachetti verrà arso vivo per stregoneria e con lui tutti i produttori di farmaci omeopatici.
Barbara D’Urso tenterà di intervistare il Califfo, ma presentandosi all’appuntamento con le tette di fuori verrà lapidata all’istante.
Un regime così avrà però anche i suoi sostenitori.
La Boldrini si compiacerà perché finalmente non ci saranno più donne svestite in televisione.
Se verrà fuori che oltre che ai ladri il Califfo taglia le mani pure ai monopolisti gongolerebbe anche Oscar Giannino.
Le fan di 50 Sfumature di Grigio scopriranno che sotto il Califfo essere picchiate dai propri uomini è una realtà e non è più un sogno holliwoodiano.
Giovanardi e company esulteranno perchè nessuno parlerà più di matrimoni gay ma ci saranno un sacco di funerali gay.
I leghisti, Salvini in testa, saranno contenti perché, come in Russia e Corea Del Nord, le strade saranno pulite e sicure. In più usciamo dall’Euro e finalmente torniamo a stampare moneta!
Il Dinaro iracheno! (una moneta così debole che le esportazioni volerebbero se non fosse che col Califfo al potere produciamo solo morte e terrore ).
Alfano rimarrà Ministro dell’Interno, dopo aver assunto il nome di Al Fano e aver dato la disponibilità ad eseguire ogni volere del Califfo come già fatto con Berlusconi, Letta e Renzi.
Formigoni si adatterà a fare da quinta moglie al Califfo ottenendo in cambio il pagamento delle vacanze.
Anche Pina Picierno se la caverà bene; nel Partito Democratico è stata Lettiana, Franceschiniana, Bersaniana e poi Renziana, quindi potrebbe sopravvivere creando la corrente Al Baghdadiana del Partito Democratico insieme ad Alessandra Moretti.
Non so se me la caverei anch’io, certo ho un buona propensione al tradimento e pur di non morire sarei disposto a convertirmi persino al veganesimo, ma comunque preferisco se per ora ci teniamo lontani dalla Libia.

Giusto perchè lo sappiate.

Ricordo come nel lontano 2003 – facevo quinto anno di ragioneria – promossi un’assemblea degli studenti per spiegare lo scoppio della guerra del Golfo. Insieme alla mia classe preparammo degli interventi che leggemmo e spiegammo agli altri 450 studenti dell’istituto. Di otto, l’unico a favore dell’intervento ero io.
Ricordo in particolare che cercai di controbattere all’obiezione imperante di una guerra fatta per il petrolio iracheno portando le “prove” – per quanto possa un ragazzo di 18 anni nel mezzo della provincia granda – dell’interessata contrarietà all’intervento di Francia e Russia, desiderose di mantenere in piedi i contratti di sfruttamento dei grandi giacimenti iracheni stipulati pochi anni prima con il regime di Saddam Hussein.
Ecco, a distanza di 12 anni, se il tempo mi abbia dato ragione o torto è del tutto controverso, basti pensare che io, Emilio Colombo e Fiorentino Sullo ci siamo letteralmente scannati sull’argomento davanti a un tè in un locale rinomato del centro, da buoni radical chic quali cerchiamo ogni tanto di essere.
Quello che invece mi pare evidente, è la disinvoltura con la quale questo argomento possa essere glissato all’occorrenza e ribaltato a convenienza: in Libia interverremo a difendere i pozzi petroliferi dell’Eni che ancora li controlla respingendo gli assalti dei miliziani, perchè lo scatolone di sabbia di Salvemini non era poi così male, ma siccome non siamo gliammerigani e al governo non c’è Berlusconi nemmeno Sel prova più ad ululare alla speculazione imperialista; in Nigeria nessuno interviene poichè i miliziani di Boko Haram seminano morte al Nord, mentre i giacimenti petroliferi stanno al Sud, abbastanza lontani al momento dalla jihad africana per consentire ai colossi petroliferi – tra cui sempre Eni – di continuare a distruggere il sistema ambientale sociale e politico del Paese.
Ma qualcosa mi dice che quando l’espansione del Califfato globale arriverà a danneggiare seriamente gli interessi legati al petrolio – ben oltre al controllo di alcuni giacimenti tra Siria e Iraq e al mercato nero che alimentano oggi, per lo più vendendo sottoprezzo a paesi con difficoltà di acquisto – quel giorno la sorte del Califfato sarà segnata.
E a noi non resterà che tirare un sospiro di sollievo e dimenticarci in fretta di tutta questa faccenda, come sempre.

L’illusione del Cavaliere

Silvio Berlusconi ha vissuto nell’illusione che lui e Renzi avessero dato vita a un co-governo, che tutte le decisioni prese dall’esecutivo scaturissero dal famoso “Patto del Nazareno” non rendendosi conto che in realtà a comandare era solo e soltanto Renzi. Che non solo ha ottenuto da Berlusconi i voti per riforme di difficile approvazione, ma gli ha anche fregato parecchi elettori (che errore dichiarare “Renzi non è comunista”, senza il pericolo dei comunisti perché votare ancora Berlusconi?)
Renzi è uno straordinario animale politico, riesce sempre ad avere la maggioranza in Parlamento per ottenere quello che vuole. La composizione della maggioranza cambia sempre, una volta l’alleato è Alfano, una volta è Berlusconi, una volta Vendola. Il risultato è sempre lo stesso, quello che Renzi vuole il Parlamento approva, con gli alleati del giorno a gongolare per la vittoria dimentichi della mazzata del giorno prima e beatamente ignari della fregatura che arriverà domani.
Berlusconi farà l’offeso per un po’, ma appena il governo dovesse presentare una leggina che magari lo aiuta un po’ qualcuno pensa che rifiuterà sdegnato facendo il superiore?
La minoranza Pd gioisce per l’elezione di Mattarella, fino a tre giorni fa parlava di scissione, ora grazie al coupe de theatre di Renzi sono soddisfatti ma alla prossima potrebbero tornare ad inquietarsi.
Certo è difficile arrivare a fine legislatura vivendo alla giornata usando le maggioranze variabili scontentando un giorno uno e un giorno l’altro, ma i sondaggi ci dicono, pur con il Pd in calo, che dei personaggi di cui sopra l’unico a cui conviene andare a votare rimane Renzi, per cui….