Archivio mensile:Settembre 2015

Acqua bene comunque

Sono un po’ di fretta, ma mi fermo due minuti poichè mi preme stabilire una cosa: se per un bene che è vostro pagate una cifra per utilizzarlo – una qualsiasi cifra, a privato o pubblico che sia – delle due l’una: o il bene non è vostro, o non state pagando il bene, bensì qualcos’altro.
Ergo, la discussione attorno alla gestione dell’acqua, che sia privata o pubblica, non è una discussione sulla proprietà dell’acqua, perchè l’acqua che usate in casa la pagate comunque, anche se erogata da ente pubblico, e ugualmente l’acqua che prendete al supermercato, imbottigliata da enti privati.
Piuttosto è una discussione su quel fatto non trascurabile nella storia dell’Uomo per cui le città e le case non vanno più fatte vicino a fonti d’acqua per andarsela più agevolmente a prendere coi catini, ma vi arriva direttamente nel lavandino ovunque voi siate. E siccome questa non trascurabile cosa non è opera di Maometto – che si sa, sposta solo montagne – né della Madonna – che si sa, sposta solo la propria casa – ma di altri uomini che prestano continuamente il proprio lavoro affinché questo avvenga, ecco ci troviamo in presenza non di una proprietà bensì di un servizio, e un servizio va remunerato. Stiamo parlando quindi del servizio dell’acqua, non della proprietà dell’acqua.
E se a qualcuno questo può sembrare un puro esercizio di stile inutile e tardivo dati gli esiti referendari ricordo che qualsiasi risposta, a qualsiasi livello, deve aver ben compreso la domanda per poter essere risposta cosciente; e di certo, a questo fine, le campagne che continuano a ripetere – oggi come nel 2011 –  il mantra dell’acqua bene pubblico da difendere dalla privatizzazione, non furono e non sono d’aiuto.
Ma ora debbo veramente andare.
Per il resto, se vorrete discutere sull’opportunità o meno che questo servizio sia gestito dal pubblico – inefficiente? – o sia meglio gestito da un privato – troppo caro? -, potremo parlarne a tu per tu: ci vediamo in fila a pagare – comunque – la prossima bolletta dell’acqua (perchè io col cacchio che vado a prendermela gratis fino alla fonte).

In soccorso di Miss Italia

Noi Sorelle Bandiera siamo la Prima Repubblica, e come tali siamo strette tra la Seconda Guerra Mondiale e l’epoca berlusconiana della f#@a al potere. Per tanto, se una f#@a parla di Seconda Guerra Mondiale, noi non possiamo esimerci dal dire la nostra, dall’alto della nostra latente e imparziale omosessualità.
Ci tocca dunque il compito di difendere la povera neo Miss Italia dagli attacchi pecorecci dei centometristi dell’indignazione, belle testoline frenetiche che appena sentite violato un luogo comune vi industriate in una fulminea reprimenda indignata. E siete tanti, santo cielo, tanti. Ovviamente, per voi, riflettere venti secondi e pensare che una 18enne, sbalzata in diretta nazionale a rispondere ad una domanda cui nessuno interessa la risposta*, possa esprimersi di merda nel tentativo di dire qualcosa di furbo e fare bella figura, non è un’opzione.
No.
Più matematicamente probabile, certamente, che approfitti di quei 10 secondi di visibilità per portare a termine un affondo irriverente e cosciente contro la storia della nazione, magari un regolamento di conti con la nonna o con la professoressa delle superiori che l’annoiava parlando di Tina Anselmi invece di insegnarle a fare la calzetta.
Certo, verosimile.
Perchè nell’epoca della comunicazione facile la lentezza di pensiero è una mancanza che non si perdona. Il popolo senza dubbio, senza soluzione di continuità tra le orecchie e la bocca, che ha sempre un’immediata opinione, che “non capisce i giorni della raccolta differenziata ma poi al bar ti spiega tutti gli errori di Mario Draghi e di Obama“**. I contesti non contano, le frasi si estrapolano, le intenzioni valgono meno della sintassi, perchè per capire qualcuno occorre farsi delle domande, e per farsi delle domande occorre tempo, ma questo non è il più il tempo per avere tempo. Vi meritate i dibattiti in cui si parlano addosso, così sicuri della propria ragione e dell’altrui torto da non finire nemmeno d’ascoltare. Vi meritate di avere miss Italia Daniela Santanchè.
Lasciatevelo dire: è per quelli come voi se noi della Prima Repubblica abbiamo inventato la frase “le mie parole sono state strumentalizzate“, per solleticare le vostre orecchie, rimpinzarvi di parole a caso, ridere alle vostre spalle e addormentare così definitivamente il vostro buon senso.

miss-italia-alice-sabatini_intera*questa storia che le belle debbano dimostrarsi anche intelligenti deve finire, porca paletta, che poi a noi intelligenti tocca rifarci le tette.
**citazione di Davide Giletta, che una volta aveva un blog bellissimo, ora non lo ha più e se siete arrivati tardi affaracci vostri.

Renzi Grande Slam

Io difendo Matteo Renzi e la sua scelta di volare a New York a vedere la finale degli US Open.
Chiunque di noi l’avrebbe fatto non avendo di meglio da fare e Renzi avrebbe dovuto inaugurare La Fiera del Levante, sai che roba, e poi vuoi mettere la soddisfazione di dare buca al governatore della Puglia Michele Emiliano, suo avversario nel PD
Chissefrega che ha preso il volo di stato, che ha usato un aereo pubblico per soddisfare i propri capricci, siete solo invidiosi che voi un aereo sempre a disposizione non ce l’avrete mai , che tanto non ve lo daranno mai, a voi gufi per volare bastano le ali e a voi bestie vi mettono nel cargo.
E poi chi di noi non coglierebbe l’occasione di scampare un week end con la propria moglie, specialmente se la propria moglie è quella di Renzi: lui la coglie di sicuro.