La politica del (l’obbligare a) fare.

La lotta alla burocrazia è il cavallo di battaglia minimo di ogni lista o candidato a qualsiasi cosa. La Burocrazia, con la maiuscola, come un mostro spaventoso e autonomo di cui nessuno ha colpa, e che se anche tutti sembrano sapere perfettamente come combattere e vincere, nessuno vince mai.
Iniziare a comprenderne l’origine, dopo tanto ciarlare, potrebbe essere un primo passo verso l’efficacia di certi annunci, ma trovare una definizione univoca non è semplice. Sicuramente una definizione parziale è questa:
Burocrazia è quando si regolano, per legge, cose che si potrebbero fare senza.
Facile da comprendere: succede quando, ad una misura che vada al cuore del problema, si uniscono mille orpelli collaterali assolutamente superflui, ma che già essendoci, costituiscono un danno. Perchè questa è una delle caratteristiche sicure e principali della burocrazia: non è ingiusta ma superflua, e essendo superflua diventa ingiusta.
Ne è esempio lampante il pensiero dominante, così politically correct, della Democrazia Paritaria. Obbligare per legge i partiti politici a candidare un numero minimo di donne nelle liste elettive. Imporre quindi con la legge un fattore che dovrebbe essere di cultura. Ovvero i partiti politici che, invece di dimostrare cultura paritaria e candidare donne, decidono di fare una legge per obbligarsi a candidare donne per dimostrare cultura paritaria.

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